Fino
alla Grande Guerra
19
febbraio 1900 - Il Comune effettua un sopraluogo al Passo-barca
e delibera di tracciare una nuova strada per accedere al punto
di attracco della barca. Il 15 giugno si approva il progetto
redatto dal tecnico comunale Gattoli ed il 19 novembre si dava
l'avvio ai lavori approvati dalla
Provincia per un importo di 700 lire più 175 lire di spese
burocratiche (era già arrivata la burocrazia italiana)!
Il
primo esperimento di scuola pubblica a cimano
12
settembre 1903 - Ormai la popolazione di cimano è di qualche rilevanza;
solo in Comune di San Daniele ci sono oltre 100 persone di cui
20 in età scolare: bisogna pensare
alla scuola. L'insegnante
Antonia Flebus-Battellino da San Daniele si dice disposta
a recarsi a cimano per impartire «lezioni di lettura, scrittura
e calcolo».
Chiede
un sussidio al Comune ed un locale; il Comune delibera di devolvere
allo scopo la somma di 300 lire che riceve annualmente dallo Stato
per sussidi ai pellagrosi, previa autorizzazione superiore.
2
febbraio 1904 - Il Comune stabilisce di devolvere alla maestra
6 lire al mese ed affitta da Domenico Molinaro fu Pietro, detto
Gile, per 70 lire all'anno due stanze: una come aula ed una come
abitazione della maestra; c'è anche un piccolo orto. Il 9 maggio
il Comune portava a 10 lire mensili il suo contributo, ma invitava
le famiglie a fare qualche regalia.
18
ottobre 1904 - Ci sono le elezioni comunali e l'Amministrazione
uscente non intende vincolare il nuovo Consiglio comunale
alle sue scelte
per la scuola a cimano: la maestra si tenga avvertita e faccia
i suoi passi presso il nuovo Consiglio.
Top
Col
1905 il cimano entra a tutto diritto nella storia ufficiale del
Regno d'Italia. La ferrovia Casarsa - Gemona ed il ponte
di cimano.
Dopo
mille peripezie, che erano cominciate fin dal 1847 (sotto l'Austria)
il 6 settembre 1903 si era posta la prima pietra per la costruzione del ponte di Pinzano e San Daniele era stata tassata per una quota annuale di ben 25 mila lire per la realizzazione dell'opera.
Al
giugno 1905 aveva pagato già
50 mila lire e ben 100 mila lire costerà al Comune la nuova strada di accesso al ponte.
Ma San Daniele cercava tutte le vie per uscire dal suo isolamento
commerciale:
era
necessario un nuovo collegamento ferroviario.
17
ottobre 1905 – Il Comune
incarica l'ingegnere Moisè
Schiavi da Udine di studiare
il problema del passaggio della progettata linea ferroviaria
Casarsa – Spilimbergo - Gemona sulla
sponda sinistra del Tagliamento a cimano. Il 4 ottobre si era
tenuta a San Daniele una riunione di tutti i Sindaci dei Comuni
interessati; il Comune aveva stanziate 300 lire per gli studi.
Intanto il 18 giugno si era solennemente inaugurata la linea telefonica
diretta di San Daniele con Udine; lavoro promosso e finanziato
da privati cittadini: anche quest'opera avvicinava la borgata
di cimano a Udine e al resto della Provincia (il telegrafo funzionava già da decenni).
3
maggio 1906 - C'è
un progetto di
prolungamento della Tramvia da San Daniele fino a Sacile, via
Ponte di Pinzano che si sta ultimando; un
mese dopo
anche Codroipo chiede di essere collegato con una Tramvia
a San Daniele; tutti cercano sicuri e rapidi collegamenti.
16
settembre 1906 -
S'inaugura il ponte di Pinzano con pedaggio.
8
aprile 1907 - Il Comune delibera di mandare a proprie spese una
missione a Roma al ministero dei Lavori Pubblici per la ferrovia
a cimano.
23
agosto 1907 - Ormai a Roma si è deciso: si farà la ferrovia per
cimano. Si delibera di
fare una nuova convocazione dei Sindaci interessati in San Daniele,
per sollecitare 1' avvio dei lavori con la mediazione dell'onorevole
Raffaele Luzzato, oriundo da San Daniele.
18
gennaio 1908- Un gruppo di cittadini di San Daniele e di
cimano chiede
al Comune un contributo per costruire a cimano una passerella
in legno ed il barcaiolo un aumento fino a 900 lire per il suo
servizio: ma il Comune rimanda ogni decisione in merito.
Top
Verso
la I Guerra Mondiale. Le fortificazioni al monte dl Ragogna. La
ferrovia Spilimbergo – cimano - Gemona ed
il ponte di cimano
Lo
Stato dunque finalmente si muoveva; ma non tanto per venire incontro
alle necessità della popolazione, quanto perché ormai si profilavano
all'orizzonte le fosche nubi della I Guerra Mondiale.
3
luglio 1908 - San Daniele deve fornire delle stanze alla Direzione
militare che sta fortificando il monte Ragogna. Già dal 25 febbraio
è stato avvertita che un Corpo di cavalleria verrà a stabilirsi
definitivamente nella cittadina. In novembre viene in casermaggio
a San Daniele la 2^ Brigata Zappatori del Genio militare, impegnato
per le fortificazioni al monte di Ragogna. San Daniele sta preparando
le scuderie presso l'attuale campo sportivo; la truppa verrà alloggiata
negli edifici allora Corradini, poi scarpettifici Buttazzoni-Thrissini
in via del Lago.
Il
tratto ferroviario Casarsa - Spilimbergo era già stato
inaugurato nel gennaio 1891. Per il tratto Spilimbergo – cimano - Gemona
erano sorte varie difficoltà. Si fecero studi, si pubblicarono
elaborati a stampa con esposti spesso contraddittori: il Comando
di Stato maggiore
dell'esercito pose fine alle tergiversazioni
e decise per il tracciato che fu attuato.
Mentre
il Genio militare operava alle fortificazioni sul monte di Ragogna,
contemporaneamente lavorava a collegare con una nuova strada carreggiabile
Casasola di Majano col ponte Ledra e con cimano e Muris, passando
dietro il monte di Susans; questa strada verrà poi regalata ai
rispettivi comuni a guerra finita.
30
luglio 1908 - I barcaioli ritornano alla carica; si cercherà un
ribasso sulla loro richiesta, ma si manterrà il Passo-barca. Si
va rapidamente verso la guerra.
18
settembre 1908 – Sua eccellenza Ligato, sottosegretario di Stato
è in visita a San Daniele per la caserma della cavalleria. I barcaioli
Domenico Molinaro (Cimano - Clapàt) e Domenico Marcuzzi
(Clapàt - Cornino) sono convocati in Comune: si
daranno loro 300 lire ciascuno
per un anno. Nel settembre 1909 si rinnova la concessione per
un anno.
San
Daniele si unisce al Consorzio per la ferrovia Udine – Colloredo – Buja – Majano - San
Daniele, mentre costruisce per 14 mila lire le scuderie.
13
dicembre 1909 – Si devono adattare le vecchie scuole, i locali
presso la Fratta e anche la scuola di disegno
per le truppe che chiedono
ancora una nuova, grande scuderia. A gennaio i militari fanno
un campo di tennis dietro le nuove elementari e posteggeranno
i cavalli sul piazzale del mercato nelle giornate calde d'estate.
10
febbraio 1911 - Il 18 dicembre 1910 i frazionisti
di cimano hanno
chiesto l'apertura di una rivendita di privativa alla Intendenza
di Finanza di Udine che interpella il comune. Il Comune esprime
parere favorevole
«...visto il passaggio di tante persone per la costruzione
della ferrovia Spilimbergo-Gemona. Il concessionario sarà Domenico
Agnola, l'inventore si svolgeranno le pratiche
per ottenere una passerella
pedonale accanto alla ferrovia.
10
maggio 1911 - La direzione FF.SS. comunica che la passerella verrebbe
a costare 42 mila
lire, tutte a carico
del Comune; si decide di ricorrere alla mediazione dell'On. Luzzato,
ospite di San Daniele.
30
agosto 1911 - Il Comune concede licenza alle imprese Aspini – Gezzo - Fedrigo
di sistemare un binario per i carrelli da casa Agnola alla ferrovia
per il trasporto dei materiali alla ferrovia.
16
gennaio 1912 - Parte da Pinzano il primo treno imbandierato, carico
della gente dell'Arzino e del Forgiarino,
che inaugura la linea
ferroviaria Pinzano Spilimbergo.
Ecco
la cronaca dell' avvenimento,
stampato sul giornale «La Patria del Friuli».
«Stamane
pochi minuti prima
delle otto giungeva tutto
imbandierato da
Pinzano il primo treno che inaugurava
l'esercizio del primo
tronco della ferrovia Spilimbergo - Gemona. Il treno
era carico di viaggiatori che da Pinzano, Valeriano, Forgaria,
S.Vito e dagli altri paesi dell'Arzino approfittarono del primo
treno per venire a Spilimbergo ove, alla stazione erano attesi
da molti cittadini».
3
aprile 1912 - Il sindaco convoca
gli abitanti di cimano
e comunica che accanto alla ferrovia si costruirà anche la strada;
ma ci sono problemi finanziari da parte dello Stato. Anche questo
scoglio viene superato
dalle pressioni del Ministero
della Guerra che vuole assolutamente il ponte ferroviario. Intanto
i lavori procedono ed è proprio il ponte di cimano che rallenta
i lavori sul tratto Cornino-Gemona.
1914
- Ormai si respira dappertutto
aria di guerra; i lavori procedono frenetici su tutto il tratto
della nuova ferrovia.
Il Comune rinnova annualmente la concessione per il Passo-barca,
mentre la gente comincia a passare sul manufatto in costruzione.
Il 30 ottobre 1914, essendo stati ormai completati i collaudi
del tratto Pinzano - Gemona ed in particolare quello
del ponte a cimano, il treno avrebbe potuto raggiungere Gemona,
e così era previsto. Infatti la cronaca della vigilia su «Patria
del Friuli» così riferiva:
«Domani andrà in vigore per il trasporto dei passeggeri il tronco
ferroviario Spilimbergo - Gemona. Il primo treno porterà
così le rappresentanze municipali di Gemona, Osoppo, Majano, San
Daniele, Forgaria e Pinzano». Ma le cose non andarono così. Già
il 28 ed il 29 ottobre si erano abbattuti sull'intero Friuli e
sulla Carnia violenti nubifragi che avevano arrecato gravissimi
danni e le cose erano continuate anche il giorno 30. Comunque
quel giorno un treno di ricognizione composto dalla locomotiva
e dal Bagagliaio «con l'Ispettore comm. Porro ed alcuni sorveglianti
ferroviari, partito da Spilimbergo» si arrestava al primo ponte
di cimano, constatando «...i danni dell'impetuoso fiume che, passando
sotto i muri di cemento che proteggevano il manufatto (i quali
hanno resistito magnificamente) ha corroso le basi dell'alto terrapieno
facendolo sfondare in due punti. E la tessa cosa è avvenuta all'altra
estremità».
1
dicembre 1914 - Finalmente il primo convoglio ferroviario imbandierato
parte da Cornino, carico della gente del Forgiarino, di cimano,
di San Daniele, Majano ed Osoppo e percorre lentamente la nuova
ferrovia fino a Gemona. In territorio di cimano si realizzarono
due caselli ferroviari: uno sul Clapàt in territorio di San
Daniele ed uno in cimano in territorio di Majano; a cimano non
c'è ancora una vera stazione, ma si può salire e fare il biglietto
in treno; è permesso il passaggio pedonale a fianco dei binari.
16
maggio 1915 - Siamo ormai alla vigilia della guerra. Domenico
Agnola, titolare della Privativa, è da tempo partito per l'estero
senza ritorno: bisogna cambiare il titolare della concessione;
la licenza viene intestata alla moglie Margherita Vecile Agnola.
Il
10 agosto dello stesso anno Domenico Agnola ottiene dal Comune
la licenza per la vendita di bevande alcoliche: è rientrato per
lo scoppio della guerra; poi parte volontario per il fronte,
pur essendo inabile perché zoppicante.
Top
La
Grande Guerra
La
nuova ferrovia servirà egregiamente
i privati cittadini, ma soprattutto militari durante gli eventi
bellici dal 24 maggio 1915 al 30 ottobre
1917,
giorno in cui le tragiche vicende di Caporetto coinvolgeranno direttamente le sorti del ponte di cimano e tutta la sua popolazione, costretta
ad abbandonare le case per la tremenda battaglia d'arresto degli
Austro - Germanici a cimano, Ragogna e Dignano, durata
dal 30 ottobre al 2 novembre 1914.
Gli
avvenimenti tragici determinati dalla rotta di Caporetto durante
la I Guerra Mondiale toccarono pesantemente la frazione di cimano
e la zona di Ragogna e Cornino.
Su
queste tragedie, per essere precisi, è meglio lasciar parlare
i documenti. Fra i tanti, ci piace preferire quelli di due personaggi
diversi, ma comunque
notevoli, che si
preoccuparono
di lasciare particolari notizie sugli avvenimenti stessi.
Il
primo è una delle personalità più autorevoli in materia: il maresciallo d'Italia generale Caviglia, che
ne parla nel suo volume «La 12^ battaglia: Caporetto». Il secondo,
con grande diligenza, raccolse i particolari della tragedia
nella vita della gente (soldati
e popolazione) nei suoi
4 volumi su «La Guerra e il Friuli: Caporetto». Egli è Giuseppe
Del Bianco.
Top
Il
tentativo di arrestare l'invasore al Tagliamento (maresciallo
Caviglia)
«Alla
sera del 30 ottobre (1917)
le teste di colonna del gruppo tedesco Krauss e di due divisioni
(tedesche) Stein urtarono contro la testata di ponte (italiana)
di Pinzano (monte Muris) e di Cornino (cimano) tenuta dalla Brigata
Siracusa con qualche
elemento del Genova.... Il ponte ferroviario
di Cornino era diviso in due parti
dall'isolotto Clapàt, coperto
da bassi cespugli. Il 30 ottobre la Brigata Siracusa
si ritirò sull'isolotto e cercò di far saltare la campata di riva sinistra (verso
cimano). Ma le mine, invece di esplodere, fumarono senza effetto. L'isolotto fu difeso fino alla
sera del 31 dai nostri, finché
l'artiglieria nemica li costrinse a ritirarsi sulla riva destra
(Cornino). Essi fecero brillare le mine della
seconda campata, ma ne rovinò solo una parte. Durante le giornate
del 1° e 2 novembre il nemico, stabilitosi sull'isolotto Clapàt,
rinnovò varie volte gli
attacchi alla riva destra. Le
batterie della difesa erano troppo lontane (2 batterie da campagna
ed una da montagna). Esse avrebbero
potuto far
sgomberare l'isolotto (dai tedeschi) se si fossero avvicinate
a meno di 2 mila metri ed avessero tirato a puntamento diretto.
In quei due giorni il ponte di cimano era il punto più pericolante
di tutta la linea (del Tagliamento) e nessun sacrificio doveva
esser risparmiato (per proteggerlo). Così avevano fatto le batterie
nemiche per far sgombrare dall'isolotto i nostri. Nella notte
tra il 2 e il 3 novembre riuscì l'invasore a completare il ponte
ed a passarvi.
Vi
fu qualche indecisione nella difesa e le truppe nemiche dilagarono,
occupando lo sbocco dalla Val d'Arzino; si spinsero a Sud lungo
il Tagliamento e andarono all'attacco delle vallate (che sboccano
sulla pianura della Destra Tagliamento,
tagliando la strada alla ritirata delle truppe del Canal del Ferro)...
Cadorna
dette l'ordine della ritirata al Piave alle ore 10 del 4 novembre
(1917)».
Queste
le notizie ufficiali di un rappresentante dell'esercito italiano.
Top
Ben
più dettagliate ed umane le notizie di Del Bianco, che nell'opera
citata scrive quanto segue.
«Il
mercoledì 31 ottobre (1917) s'incominciò a far battaglia con particolare
violenza verso S.Giacomo e
verso Muris
(di Ragogna), estendendosi poi via via i combattimenti
verso cimano all'imboccattura del ponte di Cornino, ove grossi
reparti austriaci, costituiti da truppe bosniache, superata la
collina di Susans, vi erano precipitati con gran foga, nella speranza
di sorprendere le retroguardie italiane, elementi della Brigata
Siracusa e della Brigata Genova, lasciate a difesa del manufatto.
Fu
allora che il comando italiano impartì l'ordine per la distruzione
del ponte di Cornino.. .Ma la distruzione avvenne soltanto in
parte per difettosa sistemazione delle mine e per scarsità d'esplosivo...
Susans venne occupato dagli Imperiali nel pomeriggio del 30 ottobre,
dopo breve combattimento
avvenuto sulle alture di S.Tomaso. Per dare un'idea dell' accanimento
con cui si combattè al cimano, basti dire che 8 soldati del Siracusa
caddero attorno alla casa di un certo Jogna Luigi e furono da
lui raccolti. La popolazione, che si era presentata con slancio
a portare munizioni agli italiani trincerati fuori del paese,
fu sorpresa e sopraffatta dai bosniaci. Nonostante il terrore
provocato dall’invasione, tutti in paese si prestarono a soccorrere
i feriti che, dovunque abbandonati, furono raccolti nella campagna
circostante in numero grandissimo.
Dopo
qualche giorno furono avviati a Majano (e a San Daniele)... Le
retroguardie italiane si ritrassero allora sul Clapàt e quivi
strenuamente si mantennero, impedendo ai bosniaci ogni ulteriore
progresso. Questi, lasciate
però alquante forze davanti all'imboccatura del ponte,
le cui travate avevano subito per effetto dell'esplosione soltanto
una semplice inclinatura, si erano rivolte con maggior furore
contro i difensori del monte di Ragogna... Sul Clapàt, infissa
(allora) ad una roccia che sovrasta la linea ferroviaria, vi è
una lapide con la seguente iscrizione a ricordo dei tragici avvenimenti
svolti-si durante la ritirata:
"In
memoria dei Prodi! che per trattenere l'orda barbarica/qui/nel
novembre MCMXVII/la giovane vita/abbandonavano a morte
gloriosa/Fanti del 99 M0. O. Reggimento/ammirati e
reverenti/questo ricordo posero/nel giugno MCMXIX".»
«...Durante
la notte dal 1° al 2 novembre, il Krauss, che nel frattempo aveva
raggiunto posizioni più avanzate, trasportano il proprio quartier
a Majano, pressato dal Below, emanava ordine di attacco in direzione
di Cornino. . .Di fronte a lui, da Peonis a Pinzano trovavansi
le truppe italiane, appartenenti a 5 diversi
Reggimenti di fanteria (20° Divisione), nonché due batterie di
cannoni; ma i reparti erano così stremenziti che a malapena, tutto
sommato, potevansi contare alcune migliaia di uomini, ed anche
questi, per varie ragioni, in assai scarsa efficienza, mentre
nessun affidamento davano le artiglierie per scarsità di proiettili..
Due cannoncini per tiro rapido e diretto erano stati piazzati
all'imboccatura del ponte di Cornino,
ma quando avrebbero dovuto sparare, la loro voce ben presto tacque,
essendosi subito esaurite le poche munizioni che la gente vi
aveva trasportato a mano. La sera del l° novembre il Comando italiano,
che si era sistemato nei locali della stazione di Cornino, invitò
il sindaco Francesco Chiappolino (?) a preparare alloggiamenti
per 500 e poi per 1500 soldati, ma poi fu invitato a far sgombrare
i civili anche da Sompcornino, Cornino, Flagogna
e Forgaria; costernata, la popolazione si vide costretta
a fuggire, chi verso Pinzano, chi verso Anduins, chi verso la
montagna di San Rocco... Intanto, ritenuta inutile la resistenza
sul Clapàt, il Comando ritirò tutte le truppe che lo presidiavano
e cercò di completare la distruzione di quel tratto di ponte che
era rimasto in piedi tra il Clapàt e le rive del Tagliamento.
L'incarico fu affidato ad un tenente colonnello del Genio che
il generale Barco pescò tra gli ufficiali in ritirata. Obbligato
a fermarsi, racimolò un drappello di zappatori e tentò il possibile,
servendosi di esplosivi racimolati sul posto e persino della fiamma
ossidrica, ma per la fretta e l'orgasmo con cui l'impresa fu condotta
scarsi furono i risultati. Gli Imperiali, dopo un tentativo
andato a vuoto, nella notte tra il 2 ed il 3 novembre, gettata
una passerella sui tronconi metallici del ponte emergenti dalle
acque del Tagliamento ormai in decrescenza - passerella che
fu possibile costruire sul luogo con i pavimenti ed i serramenti
tolti alle case del cimano - riuscivano a passare sulla sponda destra con un Battaglione
di Bosniaci, il quale, sorpresi gli italiani, senza che
(avessero) alcuna opera di
difesa stabile, facilmente e rapidamente li mise in fuga.
qccupati Cornino e Sompcornino, i combattimenti si spostarono
verso San Rocco e verso Forgaria, mentre reparti della brigata
Lombardia, dislocati lungo tutta la zona, che pure avrebbero potuto accorrere in forze per tamponare la
falla (non più di 4 o 5 mila uomini avevano potuto passare
sulla sponda
destra) non si mossero, o si mossero assai lentamente... Intorno
a Cornino, secondo le informazioni raccolte, non vi furono più
di 30 o 40 morti, italiani e tedeschi compresi, e 4 soltanto
furono le salme trovate sul prato che è prospiciente all'edificio
della stazione ferroviaria, alla quale si accede immediatamente
dalle sponde del Tagliamento, località questa che più delle altre
avrebbe dovuto essere disputata... Nè in maggior numero si contarono
poi i feriti, buona parte dei quali ebbero fraterna assistenza
dai civili. I più gravi furono ricoverati nei locali del mulino
e di lì a qualche giorno,
coloro che poterono sopravvivere vennero trasferiti
a San Daniele.
«Quasi
contemporaneamente al passaggio sul ponte di Cornino, gli Imperiali
nella notte tra il 2 e il 3 novembre erano riusciti a passare
anche sulla passerella, non completamente distrutta, che dalle
pendici (Nord) del monte di Ragogna, veniva a
sboccare alla foce del Pontaiba e questo fatto fu ben quello che
contribuì in particolar modo al cedimento di tutta la difesa,
anche delle linee ben più arretrate
rispetto a
Cornino, che gli italiani, sorpresi a monte ed a valle di Forgaria, non seppero più da quale
parte buttarsi e la quasi totalità salvo qualche onorevole episodio
depose le armi e si diedi al nemico».
Fin
qui i documenti ufficiali e quelli stampati.
E,
per un omaggio a tutte le vittime della battaglia d'arresto tra
cimano e Ragogna, ci piace concludere questa dolorosa pagina
di storia con ciò che visse e scrisse un sottufficiale dell'esercito
italiano, fatto prigioniero sul monte di Ragogna (Muris), nel
suo diario del 10 novembre 1917, in riferimento al
versante verso cimano, sulla resistenza opposta all'avanzata
nemica.
Top
Da:
«Trincea e prigionia» di Alessandro Pennasilico, edizioni Sterm,
Ravenna.
«1° novembre 1917 - Verso l'una di notte, mentre avviluppato
nella mantellina cerco di riscaldarmi,
odo un immenso fragore. Salto sulla trincea e credo di individuare
lo scoppio. E' il ponte della ferrovia (di cimano) che
èsaltato in aria: rimane quindi, nell'evenienza di ritirarci,
la sola passerella sul Tagliamento, quasi in direzione della stazioncina
di Flagogna...In trincea ho vegliato, portandomi da un posto all'altro
a rincuorare il fante che è proprio all'ultimo delle sue forze
fisiche. Vive nell'acqua da tre giorni senza cibo...E' una notte
meravigliosa. Un silenzio profondo che fa paura. Sul pendio del
monte, versante nemico (i tedeschi erano già a cimano) c'è una
piccola chiesetta. Una chiesetta, due alberi, un campanile modestissimo.
Ho paura di questa chiesa.
Il
nemico può giungere fino ad essa senza essere scoperto. Una volta
raggiunta la chiesa, può saltarci in trincea. Di mia iniziativa
dispongo tre vedette distanziate in profondità, l'ultima accanto
alla chiesa.
La
notte è passata; l'alba aumenta il freddo e la nostra stanchezza.
Anche la passerella
(verso Flagogna) è saltata in aria e possiamo già considerarci
preda del nemico.
Ecco
i primi colpi dei nostri cannoni, dopo tanti giorni di silenzio.
I primi proiettili scoppiano nel Tagliamento
alzando immense colonne d'acqua. Correggono il tiro e ci
piombano addosso nelle nostre trincee, seminando la morte ed il
terrore: feriti e morti.
Verso
le 8 il mio capitano, passando per la mia trincea, mi comunica
che siamo accerchiati... Alle 9, mentre infuria la battaglia e
la nostra linea è difesa disperatamente con la mitraglia, col
fucile, con le bombe a mano, con i macigni che gettiamo sul nemico
come bolidi travolgenti e schiaccianti, arriva di corsa
un caporalmaggiore, dicendoci
che il nemico ha già raggiunto il Comando di battaglione. Ai fanti
del mio plotone ordino di fare il loro dovere fino all'ultimo
sangue; essi me lo promettono... Ritorno in trincea e trovo
il comandante di battaglione. Ordina di schierare il plotone
sulla mulattiera (che sale da Muris) e di far fuoco sul nemico
che avanza da quella parte.
Inizia
il fuoco, ma devo farlo cessare perché un altro plotone si è posto
davanti al mio con lo stesso obiettivo. Tutto è perduto.
Il
capitano Andronico a stento
trattiene le lacrime; il comandante di battaglione piange.
Festa,
il sottotenente mio amico, mi è accanto nella trincea rosso
di fango e di sangue: non parla, mi guarda. Poi ci diciamo: "Affrontiamo
il fiume". Lo guardiamo:
è in piena e ruggisce
nella sua corsa
vertiginosa.
Non ci resta che gettare le armi nel fiume e tentare. Ma tra l'esplosione di cento
granate che formano
una cortina oltre la nostra linea, il nemico
già a pochi passi da noi, viene avanti baldanzoso con
fucili e mitraglie e spazza senza pietà la strada ancora contesa
dal fante eroico.
Arresi!...Come
ad un segnale il fuoco cessa, ritorna l'azzurro magnifico del
cielo d'Italia. E' l'ora più dolorosa della nostra vita. I nostri
poveri morti del monte di Ragogna non avranno pace! Passiamo tra
soldati germanici, che tranquillamente mangiano i nostri viveri che inutilmente abbiamo atteso da tre
giorni.
Il
fante ha chiamato il monte di Ragogna altare della
passione. Salutiamo i nostri morti: in ginocchio! Monte
di Ragogna,
addio !/Col braccio t'ò difeso e con il cuore/finché un arma
io m'ebbi a tua difesa./Ora men vado per le strade ignote/senza
più nome e senza più difesa; / ché l'arma l'ha inghiottita il
Tagliamento/e il nome l'ho lasciato sul Ragogna!/Addio, mamma
diletta !/Giorni penosi e notti di terrore/trascorrerai senza
saper mia sorte,/e un dì saprai che dopo la battaglia/fu gridato
il mio nome... e fu silenzio!
Sono
le 11.10 del 1° novembre 1917».
Molti
anni sono trascorsi da quei tragici avvenimenti: val la pena di
ricordarli.
Top
Dopo
la Grande Guerra
30.1.1920
Incarico
all’ingegnere Gonano per la costruzione di un edificio scolastico
a cimano con fondi Comunali
11.3.1920
Il
Comitato Governativo per le terre liberate, approva il progetto
per la sistemazione della strada San Daniele – cimano,
per una spesa di 107.000 Lire. Però il Comune fa altre scelte
(Via Cicconi, circonvallazione e rettififica di via Damiano Chiesa)
1921
Delibera
classificazione esercizi pubblici ……. “Osteria” di Agnola Davide,
in cimano
27.10.1921
Contravvenzione
daziaria a Agnola per vendita abusiva di aceto
18.12.1920
Gli
abitanti della Frazione di cimano soggetti al comune di Majano
chiedono l’adesione al comune di San Daniele
18.3.1921
La
signora Civino Domenica ha messo a disposizione una casa per uso
scuola elementare. Il comune accetta e alza l’affitto a 140 Lire
annue
15.1.1921
Il
comune contrae un mutuo di 33.500 Lire per il primo lotto del
riordino della strada San Daniele – cimano
21.1.1922
Il
Consiglio tratta la questione della costruzione della scuola a
cimano
13.3.1922
Il
Consiglio tratta la costituzione di una biblioteca scolastica
in cimano a cura del Patronato Scolastico (cimano è insegnante
Francesco Di Salvo)
19.5.1922
Gli
abitanti del cimano chiedono un contributo per la realizzazione
del Cimitero – La giunta esprime parere favorevole a condizione
che si verifichi l’unificazione della Frazione
7.2.1923
Dibattuto
il problema della sistemazione del ponte in legno sul Rio dell’acqua
caduta
5.4.1923
Concordata
l’esecuzione dei lavori al ponte del Rio acqua caduta e decretata
la costruzione del manufatto in cemento
4.5.1923
La
strada militare Casasola – cimano – Muris
viene ceduta ai rispettivi comuni e lo stato risarcisce i privati
a suo tempo espropriati
16.11.1923
L’Ufficio
regionale veneto di Conegliano della “Società contro l’analfabetismo”
ha deciso di istituire una scuola serale per adulti analfabeti
in cimano e chiede l’uso dell’aula scolastica. Il comune accetta
la proposta
16.1.1926
Ceschia
Domenico ottiene il permesso per una festa da ballo in cimano
per il carnevale
28.12.1925
Si
pagano Lire 200 a Ceschia Beniamino per l’ultimazione della rampa
di ascesa la ponte del Rio acqua caduta
23.2.1926
A
cimano si colloca la prima Cassetta Postale e si istituisce il
servizio giornaliero del Postino. Il comune contribuisce con Lire
500 annue
1927
Agnola
Domenico ottiene la licenza per la rivendita di “Sali e Tabacchi”
17.9.1928
La
scuola si trasferisce nella casa di Lorenzo Jogna per Lire 300
annue
3.3.1932
Ceschia
Domenico riceve Lire 400 per fitto locale uso scuola a cimano
12.8.1928
Ripristinato
il Passo-barca nel cimano perché dal 1.1.1928 è vietato il passaggio
pedonale del ponte ferroviario. Il 31.8.1928 le ferrovie ritirano
anche i permessi concessi ai proprietari di fondi sul Clapàt.
Il capitolo di spesa per il Passo-barca sarà a carico dei comuni
di San Daniele, Majano e Forgaria che contribuiranno rispettivamente
con Lire 800, 400 e 400 annue.
Le
tariffe di traversata sono di Lire: andata 0.60, andata e ritorno
1.
Il
barcaiolo deve assicurare il servizio dall’alba al tramonto, escluso
i tempi di piena.
Colino
Domenico è il primo concessionario del servizio
20.3.1934
Il
comune affitta una stanza 1° piano della Latteria Sociale di cimano
per uso scuola (fitto di Lire 960 annue – 480 San Daniele e 480
Majano)
11.3.1940
Modifica
capitolato Passo-barca: le nuove tariffe di traversata sono di
Lire: andata 0.50, andata e ritorno 0.80,
bicicletta 0.40
Assume
l’incarico di barcaiolo Agostino Venier di Virginio
Top
La
seconda Guerra Mondiale
29.5.1943
Rinnovato
il Contratto di barcaiolo a Venier Agostino
Bombardamenti
a cimano
28.11.1943
– dannni senza vittime (foto venier)
16.1.1944
– morti
30.1.1944
25.2.1944
morti e feriti ?
24.7.1944
– colpito il ponte lato Cornino
4.10.1944
– centrato il ponte del cimano
Altri
eventi legati al II conflitto mondiale
16.10.1944
– Coletti Maria viene uccisa dai tedeschi sul Clapàt (sepolta
sul posto)
1.11.1944
– Abitanti di Grap di Cornino sono prelevati dalle loro case dai
Cosacchi e portati in cimano dove li fanno sostare per un giorno
intero sotto la pioggia
6.10.1944
– Coletti Mario mentre tenta di passare il ponte viene ucciso
dalla sentinella e seppellito sul Clapàt
27.12.1946
– proposto l’invio di un telegramma per promuovere la formazione
della Regione Autonoma FVG (Agnola Becanot) il consiglio respinge
Top
Seconda
metà del secolo IXX
27.12.1946
delibera da verificare
4.12.1946
delibera da verificare
28.61946
delibera da verificare
13.4.1947
La
Madonna Missionaria passò i ponti di ferro del cimano e qui si
fermò per tre giorni (completare in parrocchia)
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